Andare per le città ideali by Fabio Isman

Andare per le città ideali by Fabio Isman

autore:Fabio, Isman [Isman, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Ritrovare l'Italia
ISBN: 9788815326492
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00


9.

Sabbioneta, la piccola Roma

Vespasiano Gonzaga, chi era costui? Per Torquato Tasso, «un Signore di bello e ricco Stato, ma d’animo, di valore, di prudenza, d’intelletto superiore alla sua propria fortuna, e degno di essere paragonato co’ maggiori e più gloriosi principi de’ secoli passati». Per Filippo II di Spagna, di cui fu uomo di fiducia e comandante militare contro i mori e i turchi, viceré di Navarra e Valencia, uno degno di sedere tra i Grandi di Spagna e della massima onorificenza: il Toson d’oro. Per la storia, probabilmente, anche un uxoricida recidivo, perfino reo della morte dell’unico figlio maschio. Per noi, assai più semplicemente, un grande umanista, che ha tradotto in mattoni e marmi i propri ideali di principe. La cui ombra si aggira, irrimediabilmente, ancora per Sabbioneta: nel 1540, una piccola rocca con poche case rurali in provincia di Mantova, nella pianura subito sopra il Po, che, con trentacinque anni di idee e lavoro, egli non solo trasforma in un cardine delle città ideali rinascimentali, ma eleva al rango di ducato, soggetto unicamente all’imperatore. Un luogo così amato, che quando Vespasiano, nato nel 1531 e morto a nemmeno 60 anni, vi torna nell’agosto 1578, dopo due lustri in Spagna, corre ad abbracciarla, ancor prima dell’unica figlia, Isabella: «Montò a cavallo, circuì prima di fuori e, poi, visitò di dentro tutta la città, la Primogenita, tutta creatura sua», racconta un cronista. La Galleria degli Antichi, con la collezione d’arte; il Palazzo Ducale; il Teatro Olimpico, di netta derivazione romana; magari, l’ospedale e la biblioteca; la cinta delle mura, che è una stella a sei punte; la fortezza, cioè l’unico dettaglio ormai mancante alla sua realizzazione visionaria: abbattuta dagli austriaci nel 1794. Dopo che l’ultimo discendente di Vespasiano se n’era andato nel 1689, e la rocca si era ridotta a una modesta fortezza della Lombardia spagnola. Il sogno di un grande classicista, strutture che sorgono come un miraggio dalla pianura, era già dimenticato.

Il condottiero umanista non aveva avuto un’infanzia felice. Figlio di Luigi, detto Rodomonte per la prestanza, e di Isabella Colonna, a un anno perde il padre, che muore in battaglia; e a 5 la madre, che si risposa. Vivono ancora quattro anni assieme; morto il nonno Ludovico, è spedito dalla zia Giulia Gonzaga, a Napoli; e a 14 anni, come paggio in Spagna, dal futuro re Filippo II, il figlio di Carlo V. Ne diventa il braccio destro. Ma se l’infanzia è difficile, la maturità non le è da meno. Sta per sposare Vittoria Farnese, nipote di papa Paolo III; ma zia Giulia non vuole, e fa saltare l’accordo. Impalma Diana di Cardona, figlia di un Aragona viceré di Sicilia; ma in segreto, a Piacenza: neppure la madre di lei lo sapeva, né la corte imperiale. Aveva 18 anni. A 28, tra una campagna militare e l’altra, ha già iniziato a costruire Sabbioneta: al ritorno, resta vedovo per la prima volta. Sospetta la moglie di tradimento durante l’assenza. La versione più accreditata è che l’abbia uccisa con l’amante,



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